Eliminare elettricità statica dal PVC

cariche

Il PVC è un materiale plastico molto comune e ampiamente utilizzato in vari settori. La storia del PVC, o polivinilcloruro, come quella di altri materiali e invenzioni cominciò si po’ dire per puro caso. Era il 1835 quando Henri Victor Regnault osservò la formazione di una massa bianca all’interno di bottiglie contenenti cloruro di vinile, che erano state esposte al sole, pochi anni dopo la stessa cosa successe anche a Eugen Baumann. Diversi scienziati, già nella seconda metà dell’Ottocento provarono a utilizzare e lavorare questo nuovo materiale, scoperto per caso, ma lo stesso risultava rigido e tendente alla rottura. Solo nel 1926, grazie a Waldo Semon e all’utilizzo di particolari additivi, in poco tempo il PVC divenne lavorabile e si diffuse con rapidità.

Come eliminare elettricità dal PVC

Il cloruro di polivinile, detto anche semplicemente vinile, è un materiale versatile e anche piuttosto economico e come tale ha trovato nel tempo numerosi utilizzi.

Durante la sua produzione possono però verificarsi dei problemi, come l’accumulo di cariche elettriche indesiderate. Per eliminare l’elettricità statica dalla plastica e in particolare dal PVC ci sono oggi per fortuna soluzione efficaci, come l’utilizzo di barre antistatiche o ionizzanti, ma di cosa si tratta e perché l’elettricità elettrostatica può causare problemi e danni alla produzione?

Dall’edilizia al settore sanitario, passando per l’elettronica e l’automotive, il PVC trova oggi impiego in tanti settori, è ad esempio il principale materiale per la produzione di tubature e rivestimenti, cavi isolati, componenti di automobili e altri veicoli, ecc. Le catene produttive dalle quali escono questi e molti altri prodotti in PVC lavorano in genere a velocità sostenute e questo sollecita i materiali, inizialmente neutri, caricandoli elettricamente.

La formazione di elettricità statica sulle superfici dei macchinari o dei materiali da essi lavorati può portare a numerose criticità, come il rallentamento o il blocco dei processi produttivi, un calo nella qualità dei prodotti finiti e piccole scosse elettriche agli operatori.

Tutti questi aspetti possono impattare in modo rilevante sul fatturato delle aziende e il problema che li causa va pertanto prontamente identificato e risolto. La produzione industriale del PVC consuma meno risorse rispetto a quella di altre plastiche, ma la sua lavorazione spesso lo polarizza, ovvero lo carica di elettricità statica, con conseguenze che possono diventare serie e in alcuni casi gravi, portando ad esempio a principi di incendio o esplosioni.

I problemi che si riscontrano con il PVC sono peraltro comuni anche quando si lavorano altri materiali plastici (isolanti) come l’HDPE, il PET, l’ABS e il Polipropilene.

In tutte queste produzioni si vanno infatti a lavorare dei materiali neutri, assistendo alla formazione delle cariche elettrostatiche, un processo molto frequente, assolutamente comune e naturale, ma che non va mai e poi mai sottovalutato. Si consiglia sempre di affrontare di petto la situazione e di rivolgersi per tempo a degli esperti per individuare e posizionare al meglio il dispositivo antistatico più adatto alle proprie specifiche esigenze, che potrà ripristinare l’iniziale e desiderato equilibrio elettrico dei materiali e dei macchinari impiegati nella loro lavorazione.

About Andrea Catanzari

Adoro scrivere blog su ogni genere di cose, dalla moda, cibo e libri alle serie TV e musica. Spero che ti piaccia il mio blog!

View all posts by Andrea Catanzari →