I supporti antivibranti

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Per chiunque si occupa di ingegneria è cosa ben nota che qualsiasi dispositivo meccanico, durante il proprio normale funzionamento, trasmette – inevitabilmente – delle vibrazioni. Il problema di eliminare, o quantomeno ridurre, l’entità di queste vibrazioni, senza però compromettere le prestazioni meccaniche del macchinario, è un problema centrale di molti progetti, ed è la ragione per cui i supporti antivibranti sono tanto diffusi nell’industria.

Non si pensi però che lo scopo primario dei supporti antivibranti sia quello di ridurre il semplice fatto della vibrazione, o il rumore che questa genera: questi sono sicuramente dei problemi sgradevoli, ma la vera ed effettiva ragione per cui è fondamentale limitare l’entità delle vibrazioni è che queste possono danneggiare, anche in maniera irreparabile, i dispositivi che vi sono soggetti e le strutture a cui vengono trasmesse. L’implementazione dei supporti antivibranti è quindi vantaggiosa su tre fronti: la tutela delle persone che lavorano con il macchinario, il macchinario in sé, e le strutture circostanti e di supporto.

Per ottenere questo scopo, i supporti antivibranti non fanno altro che equilibrare la frequenza di vibrazione del sistema con quella di eccitazione (ossia quella di disturbo). Il problema nasce infatti quando le due frequenze sono sincronizzate: nel momento in cui i supporti antivibranti compromettono questa sovrapposizione, la vibrazione risultante viene istantaneamente ridotta, in una misura che, con dei buoni modelli, può anche superare il 50%.

Ma qual è quindi, alla fine, l’impatto effettivo dei supporti antivibranti nei settori industriali dove vengono applicati? Essenzialmente uno, fondamentale: l’allungamento della vita utile media di dispositivi e macchinari anche molto costosi, dovuto alla cessazione degli urti e degli impatti continui – e inevitabilmente deleteri – fra i componenti più delicati dei macchinari: i supporti antivibranti, essenzialmente, tutelano la componentistica sensibile dai danni legati agli urti da vibrazione.

Dove troveremo utilizzati i supporti antivibranti, quindi? Fra le applicazioni più frequenti abbiamo ventilatori, motori elettrici, pompe, macchinari pesanti, copressori, trasformatori e impianti di trattamento dell’aria; ma oltre a questi settori si può affermare che i supporti antivibranti sono utili in tutti i campi industriali dove è richiesta la possibilità di livellare con precisione e semplicità.
Non c’è da stupirsi quindi se sono sempre più numerose le applicazioni nelle quali si vedono impiegare supporti antivibranti; in grande aumento, ad esempio, è la loro installazione sugli chassis dei grandi server, i cui ventilatori sono noti per essere molto rumorosi. Ma anche in settori molto più cruciali i supporti antivibranti si possono rivelare come l’elemento risolutivo di un problema.

Non è troppo distante nel passato la scoperta della possibilità che nascano problemi di vibrazioni anche nelle centrali elettriche nucleari: le tubature di trasporto del vapore, come è accaduto ad esempio in Canada di recente, possono iniziare a vibrare in sincrono con le turbine dell’impianto, e non essere in grado di raggiungere la piena potenza. Per risolvere il problema si è reso necessario installare proprio dei supporti antivibranti; ma questo ha richiesto svariati giorni di fermo impianto, con i costi e i problemi conseguenti, che sarebbe stato facile evitare implementando i supporti fin dalla costruzione.

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